La vera ricchezza
C’era una volta, in un villaggio indiano, un
uomo di nome Gokul
Lavorava sodo e senza sosta, ma non accettava denaro,
insisteva sempre per essere pagato in grano e in indumenti
Diceva:
Finché
avrò cibo e vestiario per la mia famiglia mi riterrò soddisfatto.
Che cos’altro
mi può servire?Un giorno il suo datore di lavoro volle dargli per forza dieci
rupie d’argento dicendogli: -
Va’ in città e compra un regalo per la tua
sposa! Gokul le prese controvoglia e, tornato a casa, le mostrò alla moglie.
Grande fu il suo stupore vedendo brillare di gioia i suoi occhi alla vista di
quelle monete sonanti.
-Desidero
da tanto un san di seta pura! Forse in città puoi trovare una stoffa pregiata
per confezionarlo! -
lo vorrei un cavallo bianco e una spada
d’argento, esclamò il figlio maggiore
E
io sogno uno scialle rosso tutto ricamato e un paio di sandali dorati!
intervenne la figlia.
Se queste cose vi rendono felici
- rispose
Gokul -
ve le porterò domani dalla città.
Molto presto,
la mattina dopo, si mise in cammino di buon’ora e arrivò al mercato della Città
Santa, sulle rive del Gange .
C’era un’immensa varietà di tutto, di cose belle
e di lusso, che il povero uomo non si era mai sognato che potessero esistere.
Un
bancone esponeva stoffe pregiate di raso e di seta.
Stordito da tanta bellezza,
scelse un taglio di stoffa ricamato d’oro.
Il venditore esclamò:
Ah, siete davvero un uomo di gusto.
E' il san più bello di tutti, costa
solo quattromila rupie! Gokul, stupito, aprì la mano e mostrò le sue dieci rupie
d’argento che brillavano lustre e pulite come non mai.
Il venditore gridò
infuriato:-
Fuori dal mio negozio! Ho perso il mio tempo a
mostrare le mie stoffe ad un uomo completamente pazzo! Gokul, mortificato, andò
a cercare i sandali dorati per la figlioletta, ma ancora una volta non ebbe
successo.
Sperando di poter almeno soddisfare il desiderio del figlio, si
diresse al luogo dove si vendevano i cavalli.
Gokul scelse un piccolo pony dall’andatura maestosa che teneva il capo fieramente eretto.
- Vi darò
dieci rupie che sono in mio possesso in cambio dell’animale, disse al
mediatore.
-Non mi fate perdere tempo, rispose quello indignato
Disgustato da tutta quella gente
aggressiva e maleducata, Gokul, pensieroso, si avviò in fretta verso casa,
quando la voce lamentosa di un mendicante attirò la sua attenzione:-
Fate la carità! Datemi qualcosa,
fratello! Colui che dona al povero sarà amato dal Signore.
E il Signore lo
ripagherà con una felicità cento volte più grande delle ricchezze donate! Gokul
pose sul palmo sporco della mano
del mendicante le
sue dieci
disprezzate rupie: - Prendete questo denaro.
Ve lo
dono volentieri nel nome del Signore.
Fatene l’uso che volete.
A me non è
servito a nulla.
E pregate perché io sia cento volte ripagato in felicità e pace
interiore.
Tornò alla sua famiglia, a mani vuote, ma con un’immensa ricchezza:
la saggezza.
L’esperienza che aveva fatto quel giorno gli
aveva insegnato che la felicità non si può comprare e che l’uomo che riesce a
conquistare la serenità, anche senza denaro, è molto più ricco di chi desidera
con avidità le ricchezze terrene.