"il gattino"
Un
giorno madre lepre trovò un gattino vicino alla sua tana.
Alla vista di quel
batuffolo di pochi giorni non ci pensò nemmeno un secondo a prenderlo
delicatamente in bocca e portarlo al calduccio fra i suoi sei neonati
figlioletti: «Allattarne sei oppure sette che differenza fa?» Dopo alcune
settimane i suoi figlioli si erano ricoperti di una soffice pelliccia e le loro
orecchie si erano allungate.
Il gattino guardava ammirato questo miracolo e pensava che anche per lui stava
avvenendo questo mutamento.
Un giorno uscì timoroso dalla tana e curioso, come
lo sono i gatti, andò a specchiarsi in una pozza d'acqua.
La delusione della sua
immagine riflessa fu traumatica e il povero cucciolo cadde in una profonda
depressione
A nulla valsero l'attenzione, la cura e l'amore di tutta la sua
famiglia adottiva: il povero gattino dalla vergogna disse che non sarebbe mai
più uscito dalla tana
L’estate passò.
L'autunno vide sempre più accentuarsi le
differenze fra di loro; ormai i sei leprotti erano diventati grandi.
Anche lui
era cambiato: da gattino si era trasformato in una piccola tigre dai lunghi
baffi e dalle unghie taglienti come rasoi.
La bellezza del suo pelo lucido era
ben evidenziata da una magnifica coda.
La differenza era sempre più evidente.
Venne l'inverno che portò neve e gelo e mamma lepre non sempre riusciva a
trovare cibo per tutti; più passavano i giorni e più si doveva allontanare dalla
tana.
Prima di uscire non si dimenticava mai di raccomandare al gatto di
controllare che nessuno, uomo o animale, si avvicinasse.
Durante una di quelle
mattine in cui la madre era uscita alla ricerca di cibo, una volpe affamata,
passando vicino alla tana, sentì l'odore selvatico delle lepri e silenziosamente
si avvicinò.
Già si leccava i baffi convinta che di li a poco avrebbe fatto un
bel pranzetto.
Ma non sapeva, povera volpe, che dentro vi era vigile e in
guardia un generoso e forte felino, pronto anche a sacrificarsi pur di salvare
la sua famiglia.
La volpe si sdraiò davanti alla stretta imboccatura della tana
e mise una zampa dentro, con l'intenzione di catturare la preda; ricevette
invece una violenta e inaspettata zampata da artigli cosi taglienti che le
procurarono una brutta ferita.
Dal dolore e dallo spavento, la volpe fuggì nella
foresta urlando a tutti di stare attenti, perché in quella tana vi erano delle
lepri magiche che, se assalite, si trasformavano in bestie feroci.
La mattina
dopo, tutti gli abitanti della foresta, per timore ma anche per curiosità,
andarono a rendere omaggio e a chiedere protezione alla famiglia delle lepri,
portando loro in dono dell'erba fresca e della carne.
All’arrivo degli animali
il gatto uscì dalla tana insieme ai coetanei leprotti per farsi ammirare e
ricevere i loro omaggi; da allora, non si vergognò più delle differenze che lo
distinguevano dai suoi amati fratelli.