Il gattino tra le lepri
di don Ezio Del Favero
Un giorno madre
lepre trovò un gattino vicino alla sua tana. Alla vista di quel batuffolo di
pochi giorni non ci pensò nemmeno un secondo a prenderlo delicatamente in bocca
e portarlo al calduccio fra i suoi sei neonati figlioletti: «Allattarne sei
oppure sette che differenza fa?»
Dopo alcune
settimane i suoi figlioli si erano ricoperti di una soffice pelliccia e le loro
orecchie si erano allungate. Il gattino guardava ammirato questo miracolo e
pensava che anche per lui stava avvenendo questo mutamento.
Un giorno uscì
timoroso dalla tana e curioso, come lo sono i gatti, andò a specchiarsi in una
pozza d'acqua. La delusione della sua immagine riflessa fu traumatica e il
povero cucciolo cadde in una profonda depressione. A nulla valsero l'attenzione,
la cura e l'amore di tutta la sua famiglia adottiva: il povero gattino dalla
vergogna disse che non sarebbe mai più uscito dalla tana.
L’estate passò.
L'autunno vide sempre più accentuarsi le differenze fra di loro; ormai i sei
leprotti erano diventati grandi. Anche lui era cambiato: da gattino si era
trasformato in una piccola tigre dai lunghi baffi e dalle unghie taglienti come
rasoi. La bellezza del suo pelo lucido era ben evidenziata da una magnifica
coda. La differenza era sempre pile evidente. Venne l'inverno che portò neve e
gelo e mamma lepre non sempre riusciva a trovare cibo per tutti; più passavano i
giorni e più si doveva allontanare dalla tana.
Prima di uscire
non si dimenticava mai di raccomandare al gatto di controllare che nessuno, uomo
o animale, si avvicinasse. Durante una di quelle mattine in cui la madre era
uscita alla ricerca di cibo, una volpe affamata, passando vicino alla tana,
senti l'odore selvatico delle lepri e silenziosamente si avvicinò. Gia si
leccava i baffi convinta che di li a poco avrebbe fatto un bel pranzetto. Ma non
sapeva, povera volpe, che dentro vi era vigile e in guardia un generoso e forte
felino, pronto anche a sacrificarsi pur di salvare la sua famiglia.
La volpe si
sdraiò davanti alla stretta imboccatura della tana e mise una zampa dentro, con
l'intenzione di catturare la preda; ricevette invece una violenta e inaspettata
zampata da artigli cosi taglienti the le procurarono una brutta ferita.
Dal dolore e
dallo spavento, la volpe fuggi nella foresta urlando a tutti di stare attenti,
perché in quella tana vi erano delle lepri magiche che, se assalite, si
trasformavano in bestie feroci.
La mattina
dopo, tutti gli abitanti della foresta, per timore ma anche per curiosità,
andarono a rendere omaggio e a chiedere protezione alla famiglia delle lepri,
portando loro in dono dell'erba fresca e della carne. All’arrivo degli animali
il gatto usci dalla tana insieme ai coetanei leprotti per farsi ammirare e
ricevere i loro omaggi; da allora, non si vergognò più delle differenze che lo
distinguevano dai suoi amati fratelli.