Una scheggia impazzita
Riflessione sugli alti e bassi della vita di Daniele Arduino
Questa è la storia di una scheggia impazzita che ha deviato il
suo percorso. Tutto sembra normale all’inizio, come tutto procede secondo ciò
che è conosciuto ed ereditato. Credi che lo svolgimento sia lineare, perché
dovrebbe essere altrimenti? E’ una sicurezza che può continuare a scorrere sulle
tempestose onde della vita. Cime alte ed impervie di cui non ti poni il problema
di evitarle perché non le conosci ancora. Ad un certo punto succede qualcosa che
sconvolge gli equilibri, non l’avresti mai aspettato, ti sorprende. Come fare a
fronteggiare un evento tanto grande, superiore ed infinitamente incomprensibile.
Allora comincia a serpeggiare nel tuo cuore la desolazione e l’impotenza, la
malinconia prende il sopravvento, il tuo corpo è sopraffatto, claudicante,
rimane però in piedi.
Tutti i giorni il ricordo è forte, la memoria non ti lascia altro spazio che
continuare a ripetere una nenia, una cantilena assordante. Non c’è più la tanto
amata sintonia: è sparita, il contatto è interrotto, la fonte non comunica più
al suo adepto. Scende l’oscurità che vela gli occhi, allora cosa è successo,
dove andare se puoi procedere solo a tentoni? L’incontro avviene inaspettato e
casuale tale da modificare tutti i tuoi comportamenti in funzione della
ripetizione dell’appuntamento.
Libero arbitrio,
predestinazione, come conciliare questi opposti? Credo che in mezzo a questi due
termini ci sia una possibilità di passaggio, una via d’uscita. Il tempo, nel
frattempo, è già stato modificato, così come lo spazio, che vengono aberrati da
una mente sola. La visione viene distorta completamente, quasi spezzettata in
mille sfaccettature che non lasciano intravedere nessun spiraglio di luce. A chi
ti puoi rivolgere, a chi chiedere lumi se intorno a te non c’è altro che vuoto
che non ti ascolta, che non risponde? Scivolo lentamente nel baratro senza un
barlume di coscienza che possa rendere un significato ad ogni tua azione.
Non per questo il mondo si ferma, la tua piccolezza è lampante
in confronto alla vastità dello spazio, e tu continui ad ingoiare veleno. La
pazzia: incominci a domandarti se esiste, non stai forse per diventare pazzo?
L’eco della tua disperazione viaggia negli spazi siderali, crea un riverbero,
ritorna e ti colpisce. Sì, è stato creato un corto circuito, dentro di te il
cuore batte sempre più forte, diastole, sistole, la tua mente rimane
impressionata.
Decidi
di reagire, di prendere in mano la tua vita e ti metti a cercare, a sondare, a
scavare per tutto il tempo. Il processo si è avviato inarrestabile; la
sofferenza raggiunge il suo culmine per poi esplodere; il corpo è grato,
finalmente il respiro lo attraversa.
Mi ricorda una storia, quella dell’uomo che visse due volte: per certi versi mi
sento partecipe di un’analoga esperienza, colui che muore al passato.