L'anfora imperfetta
(La vita è tutto quello che abbiamo Bruno Ferrero – LDC)
Un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore
che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio,
perdeva acqua.
L'altra,
nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una
goccia.
L'anfora
vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova
non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione. “Non perdo neanche una
stilla d'acqua, io!”.
Un mattino,
la vecchia anfora si confidò con il padrone: “Lo sai, sono cosciente dei miei
limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al
villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite..."
Il
giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e
le disse: “Guarda il bordo della strada”. “E’ bellissimo, pieno di fiori”. ”Solo
grazie a te - disse il padrone - sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della
strada. lo ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la
strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu l’innaffi ogni giorno”.