E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.

Buona settimana.....
a cura di: Paolo Diani

 

La gocciolina cristallina


Photo taken by Jonas Bergsten


C’era una volta una piccola goccia d’acqua che si chiamava Cristallina. Era caduta da un grande nuvolone nero, dopo un terribile temporale, e si era all’improvviso ritrovata, senza sapere come, su una nuda roccia. “Cosa sarà di me – pensava la piccola goccia – così piccola e sola mi perderò, non riuscirò a restare in vita”.
Ma mentre si agitava dentro di sé con questi tristi pensieri, ecco che un soffio di vento la spinse e la fece scivolare leggera lungo la roccia, finché finì nella cavità di una rupe. Qui si ritrovò insieme ad altre mille piccole goccioline che la salutarono festose in coro: “Ciao! Benvenuta!”. “Chi siete?” chiese la piccola goccia. Le mille piccole goccioline risposero: “Siamo mille piccole goccioline cadute dal cielo, in una fredda notte e siamo state raccolte dalla fenditura di questa roccia. Eravamo mille goccioline povere e disperse, ma nel cavo di questa roccia, nel nascondiglio del dirupo, formiamo una piccola pozza e siamo diventate importanti”.
La piccola goccia le guardò stupite. L’idea di trovarsi al riparo nella fenditura di una roccia, le piaceva molto, ma voleva saperne di più. Allora, prendendo un po’ di coraggio, chiese: “Perché importanti?”. “Possiamo dissetare gli uccellini, dare ospitalità e ristoro alle tortore, alle colombe, e… far sognare gli innamorati…”. “Che bello – disse la gocciolina – sono così contenta di avervi incontrato”. “Ora sei anche tu una di noi”, le risposero.
Mentre Cristallina godeva di questa bella condizione, durante un acquazzone, la forte pioggia la fece precipitare nella nuda terra. Dopo la veloce e violenta caduta, Cristallina aprì gli occhi e si ritrovò insieme a tante altre piccole gocce. “Dove sono?” domandò, ancora intontita e spaventata per la caduta. “Siamo goccioline d’acqua, raccolte da questo fosso” risposero tutte in coro.
“Una pozzanghera? – rispose la piccola goccia piangendo – Una pozza melmosa e fangosa? Pensate che io venivo dalla fenditura della roccia, dal nascondiglio dei dirupi e ora sono qui nel fango e nella melma”. “Non ti agitare – le disse la goccia più anziana – non sei affatto nella situazione in cui credi. Domani, allo spuntare del sole sarai quell’acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo (S. Quasimodo)… vedrai”.
“Come sei poetica!”, risposero in coro le altre gocce. “Sì, in effetti è una poesia che ho letto, – ammise imbarazzata la goccia più anziana – quella che si chiama pozzanghera con tanto disprezzo è uno specchio d’acqua, vedrai!”. “Uno specchio d’acqua… che bello”, ripeté la piccola Cristallina.
E così avvenne. Il mattino seguente Cristallina, insieme alle altre gocce, rispecchiò il sole, il cielo azzurro e persino l’arcobaleno. Chi l’avrebbe mai detto? E pensare che era solo una povera gocciolina, ma accolta da un fosso, racchiusa nel suo spazio, nella sua cavità, aveva fatto risplendere l’arcobaleno sulla terra.
Mentre l’azzurro ancora si rispecchiava, un’ombra minacciosa si avvicinò, oscurò la pozzanghera, ruppe lo specchio d’acqua, agitandola e poi la raccolse tenendola nelle mani, delle piccole manine. “Lascia stare – urlò la mamma – non vedi che è acqua sporca!”. E allora il piccolo, spaventato per essere stato sorpreso, lasciò cadere l’acqua nella terra. Le goccioline, cadute dalle mani del bimbo toccarono la superficie e poi, raccolte da un raggio di sole, ritornarono a quel cielo da cui un giorno erano cadute.
L’ultima cosa che Cristallina vide furono gli occhi di un bimbo che, divertito, giocava con l’acqua della pozza. In un attimo si ritrovò dinanzi al suo Signore, Colui che crea il firmamento, le galassie e le piccole goccioline d’acqua.
“Come è andato il tuo viaggio?”, le chiese il Signore. E Cristallina, dopo avergli fatto cenno di avvicinarsi, gli disse in un orecchio: “Il cavo di una rupe mi ha accolto e ho fatto sognare le tortore innamorate, un fosso mi ha preso dentro sé e ho fatto sorridere un bimbo, ho fatto risplendere l’arcobaleno. Sono solo una piccola gocciolina… e se ora Tu mi accogli tra le tue mani, farò brillare l’universo della Tua luce”.

 

 
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