La gocciolina cristallina
Photo taken by
Jonas Bergsten
C’era una volta una piccola goccia d’acqua che si chiamava
Cristallina. Era caduta da un grande nuvolone nero, dopo un terribile temporale,
e si era all’improvviso ritrovata, senza sapere come, su una nuda roccia. “Cosa
sarà di me – pensava la piccola goccia – così piccola e sola mi perderò, non
riuscirò a restare in vita”.
Ma mentre si agitava dentro di sé con questi tristi pensieri, ecco che un soffio
di vento la spinse e la fece scivolare leggera lungo la roccia, finché finì
nella cavità di una rupe. Qui si ritrovò insieme ad altre mille piccole
goccioline che la salutarono festose in coro: “Ciao! Benvenuta!”. “Chi siete?”
chiese la piccola goccia. Le mille piccole goccioline risposero: “Siamo mille
piccole goccioline cadute dal cielo, in una fredda notte e siamo state raccolte
dalla fenditura di questa roccia. Eravamo mille goccioline povere e disperse, ma
nel cavo di questa roccia, nel nascondiglio del dirupo, formiamo una piccola
pozza e siamo diventate importanti”.
La piccola goccia le guardò stupite. L’idea di trovarsi al riparo nella
fenditura di una roccia, le piaceva molto, ma voleva saperne di più. Allora,
prendendo un po’ di coraggio, chiese: “Perché importanti?”. “Possiamo dissetare
gli uccellini, dare ospitalità e ristoro alle tortore, alle colombe, e… far
sognare gli innamorati…”. “Che bello – disse la gocciolina – sono così contenta
di avervi incontrato”. “Ora sei anche tu una di noi”, le risposero.
Mentre Cristallina godeva di questa bella condizione, durante un acquazzone, la
forte pioggia la fece precipitare nella nuda terra. Dopo la veloce e violenta
caduta, Cristallina aprì gli occhi e si ritrovò insieme a tante altre piccole
gocce. “Dove sono?” domandò, ancora intontita e spaventata per la caduta. “Siamo
goccioline d’acqua, raccolte da questo fosso” risposero tutte in coro.
“Una pozzanghera? – rispose la piccola goccia piangendo – Una pozza melmosa e
fangosa? Pensate che io venivo dalla fenditura della roccia, dal nascondiglio
dei dirupi e ora sono qui nel fango e nella melma”. “Non ti agitare – le disse
la goccia più anziana – non sei affatto nella situazione in cui credi. Domani,
allo spuntare del sole sarai quell’acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo (S. Quasimodo)… vedrai”.
“Come sei poetica!”, risposero in coro le altre gocce. “Sì, in effetti è una
poesia che ho letto, – ammise imbarazzata la goccia più anziana – quella che si
chiama pozzanghera con tanto disprezzo è uno specchio d’acqua, vedrai!”. “Uno
specchio d’acqua… che bello”, ripeté la piccola Cristallina.
E così avvenne. Il mattino seguente Cristallina, insieme alle altre gocce,
rispecchiò il sole, il cielo azzurro e persino l’arcobaleno. Chi l’avrebbe mai
detto? E pensare che era solo una povera gocciolina, ma accolta da un fosso,
racchiusa nel suo spazio, nella sua cavità, aveva fatto risplendere l’arcobaleno
sulla terra.
Mentre l’azzurro ancora si rispecchiava, un’ombra minacciosa si avvicinò, oscurò
la pozzanghera, ruppe lo specchio d’acqua, agitandola e poi la raccolse
tenendola nelle mani, delle piccole manine. “Lascia stare – urlò la mamma – non
vedi che è acqua sporca!”. E allora il piccolo, spaventato per essere stato
sorpreso, lasciò cadere l’acqua nella terra. Le goccioline, cadute dalle mani
del bimbo toccarono la superficie e poi, raccolte da un raggio di sole,
ritornarono a quel cielo da cui un giorno erano cadute.
L’ultima cosa che Cristallina vide furono gli occhi di un bimbo che, divertito,
giocava con l’acqua della pozza. In un attimo si ritrovò dinanzi al suo Signore,
Colui che crea il firmamento, le galassie e le piccole goccioline d’acqua.
“Come è andato il tuo viaggio?”, le chiese il Signore. E Cristallina, dopo
avergli fatto cenno di avvicinarsi, gli disse in un orecchio: “Il cavo di una
rupe mi ha accolto e ho fatto sognare le tortore innamorate, un fosso mi ha
preso dentro sé e ho fatto sorridere un bimbo, ho fatto risplendere
l’arcobaleno. Sono solo una piccola gocciolina… e se ora Tu mi accogli tra le
tue mani, farò brillare l’universo della Tua luce”.