Come il
sale...
(da "Solo il Vento lo sa" di Don Bruno Ferrero)
C'era una volta un
re che rispondeva al nobile nome di Enrico il Saggio.
Aveva tre figlie che si chiamavano Alba, Bettina e Carlotta.
In segreto, il re preferiva Carlotta. Tuttavia, dovendo designare una sola di
esse per la successione al trono, le fece chiamare tutte e tre e domandò loro:
«Mie care figlie, come mi amate?».
La più grande rispose: «Padre, io ti amo come la luce del giorno, come il sole
che dona la vita alle piante. Sei tu la mia luce!». Soddisfatto, il re fece
sedere Alba alla sua destra, poi chiamò la seconda figlia.
Bettina dichiarò: «Padre, io ti amo come il più grande tesoro del mondo, la tua
saggezza vale più dell'oro e delle pietre preziose. Sei tu la mia ricchezza!».
Lusingato e cullato da questo filiale elogio, il re fece sedere Bettina alla sua
sinistra.
Poi chiamò Carlotta. «E tu, piccola mia, come mi ami?», chiese teneramente. La
ragazza lo guardò fisso negli occhi e rispose senza esitare: «Padre, io ti amo
come il sale da cucina!». Il re rimase interdetto: «Che cosa hai detto?». La
collera del re tuonò terribile: «Insolente! Come osi, tu, luce dei miei occhi,
trattarmi così? Vattene! Sei esiliata e diseredata!».
La povera Carlotta, piangendo tutte le sue lacrime, lasciò il castello e il
regno di suo padre. Trovò un posto nelle cucine del re vicino e, siccome era
bella, buona e brava, divenne in breve la capocuoca del re.
Un giorno arrivò al palazzo il re Enrico. Tutti dicevano che era triste e solo.
Aveva avuto tre figlie ma la prima era fuggita con un chitarrista californiano,
la seconda era andata in Australia ad allevare canguri e la più piccola l'aveva
cacciata via lui...
Carlotta riconobbe subito suo padre. Si mise ai fornelli e preparò i suoi piatti
migliori. Ma invece del sale usò in tutti lo zucchero. Il pranzo divenne il
festival delle smorfie: tutti as-saggiavano e sputavano poco educatamente nel
tovagliolo.
Il re, rosso di collera, fece chiamare la cuoca. La dolce Carlotta arrivò e
soavemente disse: «Tempo fa, mio padre mi cacciò perché avevo detto che lo amavo
come il sale di cucina che dà gusto a tutti i cibi. Così, per non dargli un
altro dispiacere, ho sostituito il sale importuno con lo zucchero».
Il re Enrico si alzò con le lacrime agli occhi: «È il sale della saggezza che
parla per bocca tua, figlia mia. Perdonami e accetta la mia corona». Si fece una
gran festa e tutti versarono lacrime di gioia: erano tutte salate, assicurano le
cronache del tempo.
«Voi siete il sale della terra» (Matteo 5,13)