E' il concetto per
esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che
Volontari Fratelli delle Misericordie
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Opere
di Misericordia
da “Salti nel tempo”
Editore Vallecchi – Firenze ripreso da
La Fiamma – Numero unico della Misericordia di
Carmignano del 27 settembre 1953
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S’erano riuniti per studiare il modo di dare
un’autoambulanza alla Misericordia: trovare il necessario,
i quattrini. Conservatori e Fratelli vennero a parlare dei
casi accaduti in altri tempi, quando i mezzi di soccorso
non c’erano; quella volta che la partoriente scodellò il
figliolo a mezza strada, e nessuno sapeva dove mettere le
mani. Meno male che avevano portato con sé la levatrice.
Di quell’altra quando andaron tutti in un fosso addosso
alla levatrice, quella bella, che per levarla dal carro
ribaltato doveron tirarla per le gambe.
Disse il Conservatore Galeotti:
O del fatto del Terri ve ne ricordate?
Nessuno dei presenti se ne ricordava: era quasi trent’anni
addietro, quando ancora c’era il tranvai a vapore. Allora
adopravano il carro lettiga a cavalli.
Una domenica arrivan da me due donne di dilà dal Poggio
tutte trafelate: “Venite presto; s’è trovato un uomo
disteso sotto il portico del Cirro; sta per morire”.
Via: corro alla Misericordia, fo chiamare Pietrino di
Martino che attacchi subito, mando a cercare Zatta, Giulio
di Gano, e si corre a casa del Cirro. Sotto il portico,
sdraiato sulla paglia, si trova il Terri.
Si rotolava come una bestia, rantolava. Si raccatta,
s’infila nel carro, si sale tutti; e frusta Pietrino,
verso Firenze.
Era di luglio, dopo desinare.
Un sole , un caldo, un polverone.
Il cavallo trotterellava tra tafani; botte; il carro
rimbalzava su sassi, traballava, dondolava; il Terri
seguitava a torcersi. Pareva il castigo. La strada non
finiva più.
S’arriva a Firenze che s’era mezzi morti anche noi. Sarà
stato le sei. Si va difilati allo Spedale e si scarica di
peso come un cadavere il Terri al Pronto Soccorso.
Dopo s’andò a mangiare. Alla trattoria, Pietrino dice: Con
quel cavallo non si può mica rifar la strada senza dargli
un beverone e lasciarlo riposare. Assai se ci siamo
arrivati tutt’in una tirata. Quando s’è mangiato lo porto
in una rimessa: s’anderà via quando si potrà.
Tutta la sera si girellò per Firenze; in Piazza Vittorio;
di là d’Arno. Pietrino ogni tanto faceva una scappata alla
rimessa. ma il cavallo era sempre balogio.
Stanchi morti, si finì al Caffè della Rosa che stava
aperto tutta la notte. Dal sonno si cascava da tutte le
parti: si faceva ridere tutti quegli attori e quelle
sciantose che c’erano. Finalmente verso il tocco Pietrino
tornò e disse che ci si poteva rimettere in cammino per
tornare a casa.
Per lo stradale si camminava come lumache. Tra il buio, la
stanchezza e quell’altalena, si dormiva tutti. Cominciava
a far giorno che s’era passato appena San Donnino. Ma
almeno non si dormiva più.
Quando siamo a Tozzinga, si sente dietro di noi fischiare
il primo tranvai delel cinque che arrivava da Firenze.
Pietrino tirò da parte per lasciare libero il binario.
Quando il tranvai sempre fischiando e sbuffando, ci passo
accosto, mi volto, vedo sulla piattaforma dell’ultimo
vagone uno ritto con la pipa in bocca a pigliare il
fresco.
“Porca Maremma! Eppure quello gli è il Terri” – fo
“Macché! - dice Giulio di Gano – non può essere”.
“Sì! il Terri. A quest’ora sarà in agonia!” – fa Zatta
“Ragazzi, quello gl’era il Terri. L’ho riconosciuto. Ora,
quando s’arriva vedrete se non era lui”.
Ma nessuno ci voleva credere. – Ma come il Terri, se s’era
lasciato all’ospedale in fin di vita?
Pietrino cominciò a frustare il cavallo a quello Dio.
Frusta che ti frusto, s’entrò nel Poggio quasi quando il
tranvai. Si tira avanti per andare a staccare, e quando
siamo dinanzi a Birilla, chi ti si vede? Seduto sulla
panchina fuori l’uscio, il Terri che se la fumava a gambe
larghe.
“Ve lo dicevo io?”.
Tutt’e tre queglia ltri restarono. Gli si domandò: “O
codesta? O come l’è andata? “
“Bene l’è andata – disse il Terri – dopo che mi avete
lasciato gli è arrivato il Dottore; gli ha visto che ero
briaco, m’ha fatto annusare una boccettina, m’ha trattato
di tutti i nomi e m’ha buttato fuori.
Il fresco della notte m’ha fatto bene. Stamani ho preso il
primo tranvai; e son arrivato a casa prima di voialtri.
- Prima di noi gli era tornato a casa, invece di morire –
dopo che per via di lui s’era passato una giornata come
quella.
Ardengo Soffici