Non
appena l'Italia nostra, col valore e col sangue dei
suoi prodi, ebbe occupato le terre della Libia, nel
cuore dei nostri sodalizi si fece sentire il desiderio
di propagare in quei luoghi le opere del loro
istituto.
La Misericordia di Pistoia ebbe per la prima
il coraggio di formulare le sue proposte in modo
concreto su questo argomento ed il suo Magistrato
propose che una squadra dei nostri Confrati, a spese
dei sodalizi federati, venisse costituita a Tripoli.
Il Magistrato Federale non poté che far plauso a questa idea ma
dovette capitolare, suo malgrado, di fronte alle
difficoltà che sorgevano dal lato economico perché
le singole associazioni nostre, con i loro modesti
bilanci spesso male adeguati ai bisogni locali, non
avrebbero potuto assumere un impegno di tal natura. Si
trattava infatti di una forte spesa d'impianto e di un
altra, non meno considerevole, occorrente per
mantenere a lungo in quei luoghi una squadra in
attività di servizio. Restava il pio desiderio e la
nobile iniziativa in attesa di eventi più propizi.
Ma Dio che, nei suoi consigli, moltiplica le opere
della sua misericordia suscitò questi eventi, in modo
dall'accorger
nostro scisso, aprendo nuove vie a questa
manifestazione della sua carità. Egli dispose che in
Cirenaica si trovasse nel decorso febbraio un giovane
di molta mente e di molto cuore, apostolo benemerito
dei sodalizi nostri, il dott. Augusto Ghidộli di
Siena. A lui mandò il buon pensiero mentre sulla
porta di un bazar egli vedeva passare una povera bara
portata da quattro Arabi cialtroni. Egli si ricordò
in quel momento delle istituzioni nostre e pensò alla
massima utilità che queste avrebbero apportato in
quei luoghi, come elementi di progresso civile; vi
pensò maggiormente vedendo trasportare i poveri
infermi e feriti, militari e borghesi, sopra carrozze
sgangherate, tormentati dal sobbalzo delle ruote,
molestati dalle mosche, dal vento sabbioso e da tutte
le intemperie del clima e del
luogo. Il Ghidộli aprì l'animo suo al P.
Cristoforo Flocchini minorita Superiore della Missione
Cattolica di Bengasi. Il P. Flocchini intuì subito la
santa idea e si pose coraggiosamente all' opera per
attuarla. Il nostro Ghidộli dette pel primo a
questo scopo la sua generosa oblazione. Questo
avveniva il 2 di Febbraio. Il 1 di Marzo la
Misericordia a Bengasi era costituita sotto la
presidenza onoraria del Generale D' Amico e la
presidenza effettiva del P. Flocchini. Questi, con la
mediazione del Ghidộli, mi trasmetteva, ai primi
di Aprile, gli atti costitutivi della nuova
associazione con l'elenco degli ascritti e delle
ascritte. Io mi affrettavo a rispondergli
congratulandomi con lui per questa santa iniziativa ed
era per me un argomento di massima consolazione
l’ascrivere alla nostra Unione Federativa la prima
consorella istituita sulle terre dell'Africa. Aggiungo
che il P. Flocchini ha promesso di adoperarsi perché
una tale iniziativa si svolga anche a Tripoli e ho
ferma speranza che Dio benedirà l’opera sua.
Così le nostre prime associazioni sorelle nascono sul
territorio della Libia come opera di rigenerazione e
di progresso cristiano e civile.
Nascono povere come
in tempi più o meno antichi e in tempi moderni
nacquero e nascono anche tra noi. A noi spetta
pertanto, per amore della fede e della patria, il
coadiuvarle con tutti i mezzi che sono a nostra
disposizione. Tutto là può giovare; anche ciò che a
noi apparisce superfluo; materiale sanitario e
mortuario, oggetti di medicazione, biancheria,
utensili per mutazione di letto degli infermi,
suppellettili d'ogni sorta delle quali per avventura
si abbia sovrabbondanza, offerte in danaro ….
tutto! E tutto ciò può essere spedito alla
sede della Federazione e di tutto sarà tenuto un
conto esattissimo ed io, previo gli accordi col
dott. Ghidộli, ne curerò la spedizione e la
erogazione. Vorrei che nessuno negasse a quest'
opera il suo contributo (sia pure modesto e
proporzionato ai mezzi di ciascuna istituzione) perché
questi doni hanno un alto significato morale; sono cioè
la duplice affermazione della carità di Dio e della
patria.
In questo concetto faccio dunque un appello al buon
volere delle Misericordie federate ed ho speranza di
non farlo invano.
C.
SARDI, Presidente
Lucca, Tip. Baroni
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