E' il concetto per
esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che
Volontari Fratelli delle Misericordie
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Fratelli,
Misericordia e società attuale
I problemi e le soluzioni
lasciate dai nostri padri fondatori; le loro paure e le loro
ansie si ripetono nei tempi. Sentono forse gli impulsi della
società.
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Credo
di essere, nonostante il mio carattere giudicato critico,
una persona moderata, legata alle tradizioni delle
Misericordie, che seppure locali, grandi o piccole, con
statuti più o meno diversi, affondano nelle radici del
tempo le loro origini e che si sono fino a questo momento
tramandate, nelle loro tradizioni, la loro opera che
continua; credo di essere anche attento al mutare dei
tempi e sapere adeguarmi al nuovo; eppure qualcosa non mi
torna e vorrei su questo aprire una discussione,
proponendo delle riflessioni che mi giungono dal cuore:
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Con
l’espansione del movimento, diffusasi negli ultimi
decenni, sto vedendo molte cose che non rispecchiano
la realtà della cappa e della buffa: che uguagliano
nella povertà della loro forgia chi la indossa;
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È
vero che un movimento per farsi conoscere e rispettare
ha bisogno di persone di spicco a dirigerlo e
rappresentarlo?
“La
fede senza le opere è morta. Mostrami la tua fede ed io
con le mie opere ti mostrerò
la mia fede.” dice
l’apostolo Giacomo.
“Beati
i misericordiosi perché troveranno misericordia. Beati i
miti perché erediteranno la terra. Beati i poveri in
spirito perché di essi è il regno dei cieli” Gesù
nel discorso sulla montagna.
“Siate
fautori della Civiltà dell’amore e testimoni
della Cultura della carità”
Papa Giovanni Paolo II alle Misericordie.
“Pregare
per le anime di quei fratelli più miserabili e
abbandonati, e per le anime del Purgatorio”
dai pensieri dei fondatori delle nostre antiche
Confraternite.
In
tutte queste espressioni non c’è traccia di bisogno di
personaggi, ma di persone disponibili alla carità e al
miglioramento spirituale dei fratelli ascritti.
Come mai, negli ultimi anni, assistiamo a personalismi, a
guerre senza controllo di colpi pur di raggiungere una
poltrona; a non fermarsi a vedere quello che uno è in
grado di dare (fare) o sta dando (facendo), ma quando
qualcuno ha delle idee, pur di toglierlo di mezzo, dal
posto che ricopre, si giunge persino a scavare e cercare
gli scheletri anche nel privato; si cerca così di
distruggere non la carica, ma la Persona.
Credo che questo non appartenga alla carità cristiana, ma
alla logica dell’egoismo e del mondo; sono convinto che
certe cose non devono esistere nel nostro movimento.
Ripenso spesso:
al pubblicano e alla vedova nella loro offerta al tempio;
al buon samaritano;
al chicco di senape;
alla casa fondata sulla roccia;
e credo veramente nella presenza di Cristo in tanti
fratelli delle Misericordie, se queste continuano nel
tempo, nonostante tutto, nel loro programma.
Paolo