1923


 

 


 

 

 

 

 

Dal Bollettino delle Misericordie anno XII n° 2
del dicembre 1923

NATALE  1923

Et in terra pax….
Le campane suonano a festa. La fredda notte di dicembre risveglia nei cuori echi di tenerezza, che si confondono con la soavità dei ricordi. E’ Natale, festa di cielo e di terra, che si rinnova ogni anno e fa rigermogliare tra gli uomini affetti purissimi, all’alito eterno della Fede!

Nei templi illuminati echeggiano le profezie, tremanti di desiderio, rotte dal richiamo affettuoso che è grido di gioia: Venite, adoremus!
Mille care leggende infiorano la culla di Betlem. Varie a seconda dei popoli, dei loro gusti, costumi e lingua, ritrovano tutte un’origine comune nella verità del fatto, e si espandono in particolari ugualmente improntati a semplicità, a candore, a misticismo.
La visione della Vergine Madre è come luce che si infrange in aspre scogliere, tra le leggende mormoranti di Holda, la casta delle antiche sagre, che sparge dal cielo, a piene mani, fiocchi di neve. Ma assai più pura e più delicata fiorisce l’espressione del gran mistero attraverso il sentimento e il genio lontano; e Francesco d’Assisi col suo Presepio seppe interpretare nel modo più schietto e più degno l’esuberante fervore del misticismo italiano.
L’idea del Redentore rifulse fin nei secoli più remoti. Fiorirono le antichissime civiltà orientali. I filosofi scandagliarono il perché della vita. L’arte ellenica cercò ignorare il gran problema, ebbra delle sue eleganze. I romani dominarono i popoli coll’impero delle leggi.
Finché nacque Gesù Cristo, e allora veramente giustizia et pax oscultate sunt !  Le sue parole furono semplici come la verità, e rivelarono ai popoli l’essenza incompresa della vita, e tracciarono le grandi linee, entro le quali si svolge il fiume maestoso dei secoli cristiani.
Nel mondo Egli accese il sacro fuoco della carità. Carità che attinge la sua forza di sacrificio da Dio stesso e a Dio ritorna; carità che è per gli uomini balsamo incorruttibile. Tutto ciò che v’è di buono, di grande, di eccelso nel mondo – in mezzo al fremito delle passioni e degli egoismi non mai domi – è opera di Lui, discende da Lui!
Una cieca stoltezza lo credette morto sul Golgota.
Ei vive ancora.
Vive in mezzo a noi nel magistero indefettibile della Chiesa; vive nascosto nei poveri, negli umili, nei sofferenti; vive nella parola che consola, che ammaestra, che redime, che benedice; vive, di vita reale, nel mistero Eucaristico!…..
Un pargoletto è nato a noi. Venite adoremus! Adoriamolo ! perché in quel tenero corpicciuolo è nascosto Dio stesso. Deus, deus ille!  Adoriamolo ! perché la sua grotta è una reggia : Egli ha sopra gli omeri il principato, e si chiamerà per nome il Forte, il Padre del secolo futuro, il Principe di pace!
A piè della sua culla l’innocenza e la semplicità spandono la loro fragranza, come d’incenso. Egli è il Dio dell’amore, ma anche il Dio della Forza!
     Le avverse forze tremano
     al muover del suo ciglio!….

                                                                           Sac. Francesco Piccardi


 
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