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Giovanni Papini

 


Forti scosse di terremoto in Molise

Le Misericordie hanno avuto incarico dal Dipartimento di Protezione civile di gestire l’opera di assistenza alla popolazione del comune di San Giuliano.

 

"Andrea racconta"

Da una chiamata improvvisa è iniziato un viaggio di dolore....   Così racconta un fratello della Misericordia di Prato, al ritorno da San Giuliano.


 
 






 

 

E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.

 

SPECIALE TERREMOTO

 

I volontari pratesi sulle macerie
«Siamo qui per aiutare i terremotati»

 

Campobasso, 5.11.02- "Sono angeli custodi dai colori sgargianti. Nelle città di tessuto blu hanno sempre qualcosa fare, anche quando non c'è più nulla da fare. Alle lacrime rispondono con i sorrisi, alla sofferenza con la serenità. Una coperta, un succo di frutta e una carezza per tutti. Sono gli operatori delle Misericordie, associazioni cattoliche fondate a Firenze nel 1244 e riunite in federazione nel 1889. Nella tendopoli di San Giuliano di Puglia i dialetti di 450 volontari si fondano nell'unica voce della solidarietà. Sono impiegati di banca, giardinieri, elettricisti, medici, casalinghe, in poche ore hanno lasciato il posto di lavoro, marito, moglie e figli adottando i 1200 senza tetto di San Giuliano e il loro dramma. Un giorno e una notte per allestire cento tende, una medicheria, tre cucine da campo, 40 bagni chimici, depositi viveri, una chiesa, un ufficio comunale e uno postale una tenda per i giochi dei bambini, cabine telefoniche, un'altra città che vive ai piedi della città che muore. Anche la notte è colorata dai loro giubbotti fluorescenti. Tra le tende offrono coperte, tra di loro si passano il caffè, per dormire non c'è tempo. Nel buio, nel freddo, stretti nelle coperte, gli abitanti di San Giuliano li cercano per dire grazie. Sono angeli custodi dai colori sgargianti". (Servizio televisivo trasmesso il 5 novembre 2002 - E' possibile rivederlo su www.antennasud.com titolo Gli angeli custodi del terremoto) E' il mio modo per dirvi GRAZIE - MICHELE ESPOSITO

Prato, 3.11.02 - E mentre l'assessore provinciale Nadia Baronti esprime «sincera solidarietà alle popolazioni del Molise» e si dice «pronta a destinare alle amministrazioni locali delle zone terremotate i fondi del proprio bilancio impegnati per gli eventi calamitosi», cinque fratelli della Misericordia partiranno stamani per il Molise per dare il cambio ai loro colleghi, e porteranno con loro dei giocattoli per i bambini.

San Giuliano, 2.11.02 - San Giuliano di Puglia è un paese nel dramma e ci sono anche dei volontari pratesi tra quelli che lo aiutano a resistere e sopravvivere. I nove volontari del gruppo Protezione civile della Misericordia di Prato e di quella di Montemurlo, arrivati sul posto all'alba di ieri a bordo di mezzi fuoristrada e di furgoni attrezzati per il pronto intervento, hanno trovato un paese in ginocchio, in preda alla paura e alla disperazione.
Disperazione provocata soprattutto dal crollo della scuola Iovine costato la vita a 27 persone, in buona parte bambini di prima e seconda elementare. I volontari, reduci da un viaggio particolarmente faticoso, durato più di dodici ore e rallentato dalla chiusura dell'autostrada a causa di un'eccezionale ondata di maltempo, si sono immediatamente messi al lavoro. «Ci siamo divisi i compiti con tutti gli altri volontari, circa 1500, arrivati da molte zone dell'Italia - spiega il capogruppo, Paolo Diani - Prato e Montemurlo si sono occupate dell'allestimento di una tendopoli messa a disposizione dal dipartimento per ospitare fino a 1200 persone. La struttura, che verrà completamente gestita da noi, è dotata anche di cucine da campo per la preparazione di pasti caldi».
La già difficilissima situazione è precipitata nel pomeriggio quando una scossa dell'ottavo grado della scala Mercalli, avvertita in tutto il centro-sud, ha definitivamente raso al suolo San Giuliano. Edifici crollati, tantissima paura, decine di feriti trasportati negli ospedali di Larino, di Termoli, di Campobasso e tanta gente colta da malore e curata direttamente sul posto anche dai volontari di Prato e di Montemurlo. Le autorità hanno subito deciso per l'evacuazione totale del paese, e la tendopoli montata dalle nostre due Misericordie ha registrato nel giro di pochi minuti il tutto esaurito.
«Si deve continuare a lavorare senza sosta - dice Diani - anche quando piove sul bagnato. Le difficoltà sono enormi, qui la gente vive nel terrore e nella disperazione». In serata sono arrivati altri volontari, nuove forze necessarie per i lavori di scavo che non sono mai stati interrotti, nemmeno quando c'è stato il black-out e le macerie sono state illuminate dalle fotoelettriche. Le tendopoli allestite nei centri del Molise più colpiti dal terremoto sono complessivamente tremila, e hanno cominciato a funzionare in tutto e per tutto ieri, e perciò nella notte tra giovedì e venerdì molte persone hanno dormito in macchina o all'aperto. Pochissime le famiglie che sono rimaste nelle abitazioni lesionate, pericolanti o parzialmente crollate. «La nostra prima preoccupazione, la nostra priorità - ha detto Diani - era quella di dare riparo agli sfollati, e solo dopo lavorare allo smassamento delle macerie». La processione davanti alla scuola Iovine, l'unica di San Giuliano di Puglia, costruita negli anni '50 e priva dei criteri antisisma, è continuata per tutta la giornata di ieri: l'intera popolazione ha pregato vicino ai cumuli di macerie e poco distante è stata celebrata la messa in suffragio delle vittime del terremoto. «E' una situazione angosciante - aggiunge Diani - i volontari hanno messo in moto la macchina degli aiuti e della solidarietà che lavorerà fino a quando ce ne sarà bisogno».
E intanto i nove volontari partiti dalle Misericordie di Prato e di Montemurlo, se lo vorranno, potranno rientrare già domani sera. I responsabili del gruppo Protezione civile, infatti, hanno predisposto il cambio del personale per mettere in campo forze fresche e permettere a chi sta lavorando in queste ore di riposarsi. «Non ci sono attimi di tregua - dice Diani - c'è molto da fare, come sempre del resto in casi come questo, e noi ce la stiamo mettendo davvero tutta».

 
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