Giovanni Bosco
A nove anni Giovanni Bosco intravide, in sogno, la sua
missione. Sognò di essere tra un gruppo di monelli che egli voleva correggere
con la violenza. Un Personaggio maestoso lo ammonisce: "Non con le percosse, ma
con la mansuetudine e con la carità!”. Poi invece di ragazzi vide una
moltitudine di animali feroci che si cambiavano in mansueti agnelli, mentre una
Signora di maestoso aspetto gli diceva: "Quello che vedi succedere in questi
animali, tu dovrai fare per i figli miei”. Ed eccolo, la domenica, raccogliere i
monelli del paese. Di muscolatura non comune, si prodigava in giuochi di
prestigio e di equilibrio; si arrampicava sugli alberi con l’agilità di uno
scoiattolo; poi, fra un gioco e l’altro, istruiva i compagni nel catechismo ed
infine li portava in chiesa. Divenuto sacerdote, don Bosco si stabilì a Torino,
ove ebbe modo di avvicinare i tanti ragazzi abbandonati. Li attirò con la
dolcezza e i giovanetti accorsero numerosi. Il primo oratorio, aperto in una
catapecchia, più non bastò; il Santo ne aprì altri. Istituì scuole serali,
collegi, scuole per artigiani, per preparare alla vita ragazzi di tutti i ceti.
La dolcezza, che gli guadagnava l’amore di tutti i giovani, e, soprattutto, la
devozione a Maria Ausiliatrice, furono le armi del Santo. Fondò le Congregazioni
dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice; l’Opera di San Giovanni
Bosco si diffuse in Europa e ne varcò i confini.
(da “Prima fonte” AA.VV. Argo - MI)