Intervista a Paolo Diani,
componente dello staff di volontari.org, prima della partenza per lo Sri Lanka
E’ partito da Roma insieme a tre ragazzi
della provincia di Lucca “costruiremo una tendopoli»
Prato, 20
Gennaio 2005
E’ il primo pratese a partire per lo Sri Lanka dopo il maremoto del 26 dicembre. Al
telefono Paolo Diani. 51 anni, dipendente della Misericordia di Prato. non
lascia filtrare emozioni particolarmente abituato com’è a restare calmo e
lucido per affrontare le emergenze. Ma dentro prova senz’altro sentimenti
speciali. Del resto è impossibile rimanere distaccati quando sì deve andare in
un paese sconvolto da un cataclisma, in mezzo a persone che hanno perso tutto
in pochi minuti, compresi parenti e amici.
Diani è
partito ieri alle 12.30 da Roma insieme ad altri fratelli della Misericordia,
arrivati questa volta da Borgo a Mozzano, alcuni carabinieri in congedo e
quattro addetti dell’Anpas Toscana. il dipendente della Misericordia di Prato
guiderà il gruppo inviato dalle Confraternite a Colombo per un’operazione di
protezione civile dovrà attenersi alle disposizioni del dipartimento nazionale.
Per lui
comunque missioni come questa non sono una novità. visto che il suo ruolo,
detto in linguaggio tecnico, è quello di «responsabile nazionale del pronto
impiego dell’ufficio emergenza di massa della Confederazione delle Misericordie
(detto in maniera più semplice è il leader che decide come e quando intervenire
nelle situazioni di emergenza). A Colombo dovrà occuparsi di logistica e di
assistenza e prima di partire, tra una valigia e l’altra, indaffarato negli
ultimi preparativi, trova il tempo per “presentare” il nuovo ingaggio.
«Dobbiamo
costruire una tendopoli vicino a Colombo, a circa settanta chilometri dalla
città comincia - Diani - Resteremo là tre settimane, poi vediamo quello che
succede». E ancora: «Come mi sento? Come un fratello della Misericordia
impegnato e tranquillo, che vuole andare a dare una mano come è successo in
Albania, a Sarno, in Umbria e in tutte le situazioni di emergenza».
Già, Diani non
è certo alla prima esperienza se è vero che è stato a Rushbull (Albania) nella
primavera del 1999 per l’emergenza profughi o in Campania ad aiutare le
famiglie sommerse dal fango. In Albania, tra l’altro, tra i suoi compagni c’era
anche Maurizio Agliana, il bodyguard fatto prigioniero in Iraq lo scorso
aprile. Questa volta non avrà al fianco altri pratesi, ma non esclude che
domani siano i suoi figli ad andare nel sud-est asiatico, magari al suo fianco.
«Sono gia
impegnati attivamente con la Misericordia - riprende Diani – e se vogliono
andare a dare una mano lo possono fare, non ho mai fatto problemi per questo.
Per quanto mi riguarda non saprei dire cosa mi aspetto di trovare laggiù. Per
ora mi atterrò, alle disposizioni, poi vedremo» Il dipendente della
Misericordia di anche di non sapere esattamente a cosa servirà la tendopoli, ma
e probabile che venga utilizzata per accogliere chi non ha più nulla e non solo
come campo base dei soccorritori.
«Si forse ci
troveremo direttamente a contatto con gli sfollati, forse ci sarà anche bisogno
di fornire aiuti alla popolazione - chiude Diani - ma non mi preoccupo delle
difficoltà. Se c’è chi ha bisogno d’aiuto gli darò una mano, le difficoltà si
superano. Del resto sono impegnato in protezione civile dal 1979, se so che
qualcuno ha bisogno parto senza tanti problemi. L’importante e rimanere
concentrati su quello che bisogna fare, per questo non ho paura».
Leonardo Biagiotti
La Nazione Prato
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