E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.

Leonetto Tintori

l'artista
 

Nasce a Prato l’8 novembre 1908.
Fin da giovane si impegna in diversi mestieri: lattaio, filatore, carbonaio, trovando il tempo di frequentare la scuola fino ad approdare verso i 18 anni alla scola d’arte pratese “Leonardo” iniziando con passione una ricerca dell’arte e della tecnica, tanto da essere premiato con medaglia d’oro. Si stacca dalla famiglia sui vent’anni impegnandosi nel lavoro di decoratore d’ambienti. Fondamentale il suo incontro con Ardengo Soffici che risiedeva nella vicina Poggio a Caiano. Il sodalizio fra i due ebbe lunga durata e ricco di molteplici esperienze, in particolare la ricerca dei pittori antichi da Giotto fino al Lippi e Masaccio. Iniziò la sua attività di restauratore e la fama del suo lavoro lo portò a lavorare intensamente sia in Italia che all’estero. La sua sete di apprendere nuove esperienze lo portò a iniziare un fecondo periodo di scultura, culminato con la partecipazione nel 1931 e nel 1935 alla “quadriennale di Roma”.
Nella sua città, Prato, fu attento protagonista di quella scuola detta appunto “Scuola di Prato” insieme a Del Rigo, Brogi e Martini.
Degna di nota in quel periodo l’intensa attività che lo vide partecipe a mostre regionali e nazionali, tanto che molti dei suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private. Nel pieno della sua maturità di uomo e di artista si cimenta con autentico successo nella ceramica, sapendo cogliere gli aspetti più semplici e veri del vivere quotidiano.
Leonetto Tintori esprime come non mai la sua genuina sensibilità, la sua forte generosità, la sua particolare attenzione su ciò che lo circonda, mettendo a disposizione la sua casa-studio immersa nel verde di Figline attrezzandola a Scuola d’arte frequentata da giovani italiani e stranieri.
Una scuola originale tesa a valorizzare l’esperienza del passato per nuovi innesti proiettati in avanti.
Una scuola che si ricongiunge idealmente e concretamente ad una esperienza della nostra storia che ha segnato prima la vita artistica della nostra Regione e poi nazionale, per espandersi infine fuori dai confini del tempo e dello spazio come valore intrinseco universale.
Le botteghe d’arte vere e proprie scuole, hanno segnato nel corso dei secoli, in particolare nel rinascimento, il cammino dell’uomo operando vere e proprie riscatto morale dai secoli oscuri del medioevo, tramandando di padre in figlio da maestro ad allievo, un apprendimento dell’arte, come vera espressione della vita dell’uomo che si rinnova.
Questi tratti salienti si ritrovano oggi in questa esperienza singolare, preziosa, che la scuola del Tintori ripresenta alle soglie del secondo millennio con una attenzione e una sensibilità che deve essere per tutti noi lezione di meditazione e riscoperta di autentici valori.
Si evidenzia allora un colloquio aperto fra il maestro e gli allievi, fra uomo e natura in una felice sintesi espressiva capace di fondere in positivo il passato con il presente, arte e ambiente, cultura e popolo.
I tratti dell’arte del Tintori pacati e scarni vanno al cuore di chi guarda come messaggi sempre contemporanei all’uomo.
Una vita per l’arte, quindi una vita per l’uomo, tutt’ora disponibile a trasmettere i valori più genuini di questa nostra terra di Prato.

 

 
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