Il 14 giugno 1986 circa 10.000 fratelli
delle Misericordie italiane vennero ricevuti in udienza dal S. Padre.
Nell’aula “Paolo VI”, gremitissima, Giovanni Paolo II tracciò una svolta
nella vita del movimento, indicando con chiarezza la via della carità che
le Misericordie dovevano far propria: “ecco la consegna che vi affido
... siate i promotori e fautori della civiltà dell’amore, siate testimoni
infaticabili della cultura della carità ”. Queste parole costituirono
per le misericordie una vera e propria svolta. L’accorata esortazione del
Papa a testimoniare con i servizi di carità l’impegno per la costruzione di
un nuovo modello di civiltà basato sulla solidarietà, sulla pace, sulla
condivisione, divenne da allora un concreto riferimento per tutto il
movimento e numerose furono le occasioni di studio e di dibattito
sull’argomento. Nel 1989 la Confederazione diede vita alla pubblicazione di
una nuova rivista mensile cui fu dato il nome, ricco di significato, di
Civiltà dell’Amore. La rivista, dotata di adeguata veste grafica, si è
da allora impegnata nel porre all’attenzione, non solo dei confratelli ma
anche dei molti esterni e simpatizzanti del movimento cui viene inviata con
regolarità, fatti, episodi, occasioni di riflessione di dibattito sulle
problematiche sociali di maggior rilievo. Civiltà dell’amore in
questi anni si è dimostrata attenta anzitutto ad offrire, a chi nella
nostra società ha meno voce, uno strumento di attenzione e di aiuto che
induca tutti a riflettere sui tormentati percorsi attraverso i quali
procede il cammino verso la costruzione di una civiltà più solidale e più
attenta agli ultimi. Nel novembre 1992 le Misericordie si riunirono, per la
prima volta nella loro storia, in Convegno Mondiale a Firenze con la
partecipazione di oltre 200 delegati provenienti da tutti i continenti in
rappresentanza di circa 40 paesi. Il frutto più importante del convegno fu
l’impegno alla costituzione dell’Unione Europea delle Misericordie che
trovò concordi sul progetto i rappresentanti delle Misericordie d’Italia,
Portogallo, Spagna ,Francia, Principato di Monaco, Armenia, Bielorussia,
Georgia, Lituania, Moldavia, Russia, Ucraina. I partecipanti al convegno
mondiale furono ricevuti il 14 novembre 1992 dal Papa che salutando
affettuosamente i fratelli della Misericordia ricordò come “Si può ben
dire che in tutti i continenti le Misericordie costituiscono un pacifico
esercito di promotori e fautori della civiltà dell’Amore, testimoni
infaticabili della cultura della carità”. Il Papa confermando
l’esortazione a “testimoniare la presenza provvidente di Dio ”, si
congedò lanciando un’ulteriore invito all’impegno di fraternità:
“Benedica, la Vergine Santa, - ci disse Giovanni Paolo II - anche
gli sforzi da voi condotti per far si che attraverso interventi programmati
in accordo con Organismi e Misericordie di altre confessioni religiose
cresca la reciproca stima tra credenti, così che tra gli uomini di buona
volontà si affretti l’avvento dell’autentica civiltà dell’Amore ”. Da
questa esortazione la Confederazione assunse l’impegno a sviluppare in
spirito di carità i contatti, le collaborazioni, i rapporti con i fratelli
di diversa fede ed in particolare con i fratelli musulmani presenti in
Italia e nei loro paesi d’origine. Questo sforzo portò due importanti
frutti: nel gennaio del 1993 le Misericordie insieme ad una organizzazione
caritativa di fede islamica (la Human Appeal International) organizzarono
due colonne di aiuti per le popolazioni musulmane colpite dalla guerra
civile in corso nei territori della ex-Jugoslavia, mentre, ai primi di
luglio del 1994 si tenne a Firenze il 1° Seminario Cristiano-Islamico
incentrato sull’analisi di tre aree di crisi: il Sudan in piena guerra
civile e prostrato dalla difficile convivenza tra cristiani, musulmani e
animisti, l’Irak-Kuwait affrontando in primo luogo il problema del rilascio
di 1000 cittadini kuwaitiani allora detenuti nelle carceri irachene, ed
infine il Caucaso dilaniato dalla guerra civile tuttora in corso. Il
convegno terminò con un momento di grande spiritualità che vide riuniti,
cattolici, ortodossi, musulmani in un unica preghiera di aiuto e speranza
in Dio misericordioso. Nel Giugno del 1996 Giovanni Paolo II ha nuovamente
ricevuto in Vaticano i fratelli delle Misericordie, a dieci anni di
distanza dalla storica udienza in cui affidò loro l’impegno di promuovere e
testimoniare la civiltà dell’Amore. “Le Misericordie - ha detto il
Papa - agiscono come fermento all’interno del tessuto sociale, ponendosi
come antidoto alla crisi di significato e di valori, che non raramente dà
origine a preoccupanti forme di solitudine e di egoismo e a gravi fenomeni
di violenza.” “Tutto ciò voi compite - sono ancora le parole del
Pontefice - mediante una capillare realtà di volontariato, che opera in
modo silenzioso ma concreto nei piccoli e grandi centri. Questo infatti è
lo stile del volontariato cristiano: discreto, generoso, rispettoso delle
persone, ben formato nelle motivazioni, nei principi etici, nei metodi,
costantemente alimentato da profonde radici spirituali. Così impostato il
volontariato - ha concluso il Papa - non si riduce a svolgere opera
di supplenza a carenze strutturali, bensì diventa una forza di rinnovamento
sociale e politico, che affronta le emergenze stimolando al tempo stesso le
autorità responsabili a rimuoverne le cause ”.
Tratto
da: Foresto Niccolai
“LE PIÙ ANTICHE MISERICORDIE”, Firenze 1996 - pp. XI - XVII. |