Non temete
"Natale 2006"
"Natività" Filippo Lippi (1450 - 1475) Prato
“Non
temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi
è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per
voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una
mangiatoia”.
Soltanto la contemplazione può semplificare la nostra preghiera per arrivare a
constatare la profondità della scena e del segno che ci è dato.
Una mangiatoia, un bambino, Maria in contemplazione, Giuseppe meditabondo:
“Veramente tu sei un Dio misterioso!”. Il Padre, il solo che conosce il Figlio,
ci conceda di riconoscerlo affinché l’amiamo e lo imitiamo.
Nessun apparato esteriore, nessuna considerazione, nel villaggio tutto è
indifferente. Solo alcuni pastori, degli emarginati dalla società...
E tutto questo è voluto: “Egli ha scelto la povertà, la nudità.
Ha disprezzato la considerazione degli uomini, quella che proviene dalla
ricchezza, dallo splendore, dalla condizione sociale”. Nessun apparato, nessuno
splendore esteriore.
Eppure egli è il Verbo che si è fatto carne, la luce rivestita di un corpo. Egli
si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché
vuole apparirci solo di nascosto?
Egli fino ad allora era, secondo l’espressione di Nicolas Cabasilas, un re in
esilio, uno straniero senza città, ed eccolo che fa ritorno alla sua dimora.
Perché la terra, prima di essere la terra degli uomini, è la terra di Dio. E,
ritornando, ritrova questa terra creata da lui e per lui.
“Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di
Spirito”,
dice Atanasio di Alessandria.
“Il suo amore per me ha umiliato la sua grandezza.
Si è fatto simile a me perché io lo accolga.
Si è fatto simile a me perché io lo rivesta”
(Cantico di Salomone).
Per capire, io devo ascoltare lui che mi dice:
“Per toccarmi, lasciate i vostri bisturi...
Per vedermi, lasciate i vostri sistemi di televisione...
Per sentire le pulsazioni del divino nel mondo, non
prendete strumenti di precisione...
Per leggere le Scritture, lasciate la critica...
Per gustarmi, lasciate la vostra sensibilità...”
(Pierre Mounier).
Ma credete e adorate.
Con queste parole che ci portano al pensiero dei
Fondatori delle nostre Misericordie, che da sempre hanno pensato agli altri
prima che a se stessi, giunga a voi Fratelli e Sorelle, non volontari, l’augurio
di pace e serenità che questo Dio bambino ancora una volta ci fa ricordare.
Ricordiamo anche tutti coloro che ci sono stati vicino, che
con noi hanno lavorato e per questo Movimento si sono impegnati e che già hanno
raggiunto il premio riservato ai misericordiosi: “trovare misericordia”.
A voi tutti giunga il saluto degli angeli” Gloria a Dio
nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”.
Buon Natale