l'ultima domenica del mese
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alle ore 20.00
La
Redazione
Gruppo
amb. d'epoca
Tracce
storiche
Ricercare quali siano state le prime
forme di soccorso organizzato ci porta a tempi abbastanza recenti, anche se
le testimonianze storiche dimostrano l'esistenza di ospedali da campo già
per i soldati dell'impero romano.
Al trasporto dei feriti provvedevano squadre di uomini piuttosto robusti, di
solito otto o dieci per ogni centuria romana. Essi portavano con sè
materiale di bendaggio e contenitori d'acqua e ricevevano un pezzo d'oro
quale ricompensa per ogni vita salvata.
Del resto, il trasporto di feriti fuori dai campi di battaglia è stata
l'esigenza maggiore dei secoli antichi per ciò che riguardava la concezione
di "soccorso" cosicché, animali, carri, amache, carrozze ed ogni
tipo di portantina vennero in qualche modo adattati ed utilizzati a questo
fine.
Ringraziamenti
Siamo infinitamente grati a
Paola Bergamasco, e Stefano De Vecchis per l'aiuto, grazie al quale abbiamo
potuto realizzare questa pagina
Museo
Storico
si trova in località "Fattoria del Parugiano"
loc. Bagnolo di Montemurlo
"uscita autostrada Prato ovest della Firenze - Mare" Per
visitare il museo e avere informazioni rivolgersi a:
Giovanni Santini 339.4623627
E' il concetto per esprimere il nostro
lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari
Fratelli delle Misericordie.
La
vera storia dell'ambulanza
Nasce
la Misericordia
Nel 13° secolo, l'Arciconfraternita della Misericordia
di Firenze, costituì la prima istituzione di soccorso organizzato, di
ispirazione cristiana, per cui la cura ed il soccorso agli ammalati erano
visti come opera di carità. Era infatti personale religioso ad occuparsi
degli sfortunati che si trovavano nei lazzeretti ed ospedali dell'epoca. Un
altro merito da attribuire alla Misericordia fu proprio quello di utilizzare
personale laico e volontario per i suoi servizi di soccorso. L'espletamento
del servizio prevedeva l'anonimato del soccorritore che infatti indossava un
cappuccio (detto buffa). Il primo strumento che si conosce adibito a trasporto
di malati fu la zana, specie di gerla dentro la quale si metteva
l'infortunato e veniva poi trasportata a spalla. Negli anni successivi fu
utilizzato il cataletto a mano che poteva essere usato fino a tre
miglia dalla città di Firenze, anche se ben presto, nacquero altre
Misericordie che svolgevano servizio in tantissime località della Toscana.
Và detto però che fino al 1700, il sistema del cataletto fu il più diffuso
per il trasporto di ammalati in tutto il mondo. Consisteva di due semplici
pertiche, da sollevare a braccia. L'ammalato veniva adagiato disteso dentro
una sorta di cassone, oppure semiseduto su una portantina. In entrambi i casi
si collegavano le pertiche per il trasporto. "A" come Ambulanza
Per quanto riguarda il termine ambulanza,
derivante dal latino ambulare, nella seconda metà del 1400, Isabella di
Spagna istituì per il suo esercito delle formazioni sanitarie mobili, al
seguito dei combattenti, chiamate "ambulancias".
Il termine continuò ad avere questo utilizzo fino alla fine del 1700, specie
presso le truppe francesi ove vennero istituiti gli ospedali ambulanti per
l'esercito.
Fu Ambroise Pare' (Bourget-Hersent, Mayenne 1510 - Parigi 1590), un chirurgo militare francese, il primo ad
organizzare i soccorsi già durante la battaglia. Lo si potrebbe considerare
il promotore del primo soccorso: sostenitore della sutura delle ferite,
effettuava spesso amputazioni e la legatura dei vasi arteriosi sanguinanti già sul margine del campo di battaglia. L'ambulanza volante di Larrey
Erede di Parè, e da tutti considerato il padre del
moderno concetto di ambulanza fu il barone Dominique Jean Larrey (1766-1842),
chirurgo capo della Grande Armée di Napoleone Bonaparte. Il Larrey, fin dalle
sue prime esperienze sul campo di battaglia nel 1792 iniziò a progettare la
sua "ambulanza volante". Chiamata così in quanto veniva schierata
come l'artiglieria volante; fu il primo mezzo adibito al trasporto dei feriti,
con criteri di costruzione che prevedevano un sistema ammortizzante e
condizioni igieniche garantite dal ricambio d'aria. Vennero costruiti due
carri distinti, uno a due ruote provvedeva al trasporto di due feriti ed era
utilizzato su terreni pianeggianti, il secondo aveva quattro ruote e
trasportava, seppure un po' scomodi, fino a 4 feriti distesi. La grande
innovazione del Larrey fu quella di aver progettato dei carri costruiti
specificatamente per trasportare feriti. Inoltre egli intuì che un intervento
rapido avrebbe consentito di salvare più vite senza attendere la fine della
battaglia per recuperare i superstiti come avveniva solitamente a quel tempo.
Il sistema di soccorso dei francesi fu completato da percy, collega di Larrey,
che ideò un carro chiamato wurst con il quel i chirurghi seguivano le
ambulanze. Vennero inoltre creati corpi di barellieri ed infermieri assegnati
alle "ambulanze volanti". Il sistema fu messo a punto e presentato a
Napoleone ed al suo Stato Maggiore nel 1797 a Udine, al termine della Campagna
d'Italia.
I metodi di soccorso e le modalità per il trasporto stabiliti dal Larrey sono
ancora oggi attuali. Sempre grazie al Larrey, si svilupparono negli anni
seguenti sistemi di trasporto sulla soma di animali, mantenendo però le
caratteristiche fondamentali dei primi tempi e migliorando man mano quelle che
erano le condizioni dei trasportati, anche adattandosi alle diverse
caratteristiche del terreno ove avveniva il soccorso. In questo senso positiva
fu l'opera degli inglesi che, dovendo amministrare numerose colonie,
svilupparono sistemi di soccorso su terreni di ogni tipo utilizzando ora il
mulo ora il dromedario. Spinta decisiva: la medicina militare
Anche nel IXX secolo lo sviluppo dei carri ambulanza fu
dettato, come nelle epoche precedenti, dalle esigenze militari che
richiedevano mezzi che consentissero il trasporto di un più alto numero di
feriti, del materiale necessario e dei soccorritori. In Italia, nel 1831, con
la creazione dei Corpi di Sanità regolari del regno di Sardegna il termine
ambulanza indicava sia le formazioni militari che i carri per i feriti che ne
facevano parte.
I carri ambulanza, sempre più grandi e pesanti, per altro si dimostrarono
spesso inadatti all'utilizzo su strade fangose o mal tracciate: e' il caso
dell'ambulanza britannica del Dr. Smith, utilizzata in patria ma del tutto
inadeguata alle necessità della guerra di Crimea (1854-1856). E fu proprio
durante questo conflitto che gran parte delle nazioni partecipanti sviluppò
in maniera significativa i propri sistemi di soccorso. Se da parte dei
francesi si trattò solo di perfezionare il vecchio sistema delle ambulanze
volanti, l'impero Britannico dovette rivedere completamente i propri standard
di raccolta e trasporto dei feriti. Meritoria fu in tal senso l'opera di
Florence Nightingale (Firenze 1823 - Londra 1910), che mise in atto una vera e propria rivoluzione per
quanto riguardava il trattamento dei feriti che molto spesso perivano colpiti
da tifo e colera. Quello che la Nightingale colse, al di la dei grossi meriti
in campo assistenziale che la fanno considerare la madre della moderna
professione infermieristica, si può facilmente riassumere con questa sua
frase: "un
trasporto soddisfacente di ammalati e feriti e' il primo requisito per salvare
loro la vita."
Per quanto riguarda l'Impero Russo fu il chirurgo Nikolai I Pirogoff ad
istituire un servizio di soccorso ed assistenza simile a quello della
Nightingale. Quest'ultima fu consultata anche dal governo unionista americano
di Washington durante la guerra di secessione (1861-1865). In questo periodo
si svilupparono anche vari progetti per carri portaferiti specie per il
più ricco esercito nordista per il quale il Dr. Jonathan Letterman si occupò
di dirigere l'organizzazione dei soccorsi. Le prime lettighe a ruote
A partire dal 1864, i Prussiani, in guerra con la
Danimarca, utilizzarono le lettighe a ruote, leggere ed in grado di essere
gestite anche da un solo soccorritore. La normale barella, su cui si adagiava
il ferito, veniva poi posizionata su una struttura a ruote che veniva trainata
da un uomo o da un animale; talvolta tale struttura era simile ad una carriola
ed i sostegni della barella erano piuttosto complessi. Quasi sempre queste
lettighe consentivano di coprire il volto del paziente con appositi tendalini
pieghevoli, mentre per il comfort si utilizzavano sistemi basculanti. La
maggior parte delle lettighe avevano 2 ruote su un singolo asse con la barella
che poteva scivolare sulla struttura portante ed essere assicurata. Altri
progetti prevedevano altre due piccole ruote poste centralmente, una davanti e
l'altra dietro l'asse, per prevenire il ribaltamento della lettiga. In ambito
militare però si preferì continuare ad usare i grandi carri, riservando le
lettighe con una barella ad un uso in ambito civile nelle poche località
servite. Nuove Associazioni: la fine del 1800
Durante la terza guerra d'indipendenza (1866) si
cominciarono a diffondere in Italia carri ambulanza, grazie alla progettazione
del medico Agostino Bertani. La sua ambulanza venne così definita all'epoca:
"E' essa un veicolo montato su quattro ruote e sette molle. Riesce
utilizzabile su qualsiasi strada e ha una notevole capienza perché può
portare cinque feriti distesi su appositi lettini e altri tre seduti
davanti". Negli anni successivi il perfezionamento dell'allestimento fu
merito del torinese Alessandro Locati che fra il 1870 e il 1880 avrebbe
guadagnato fama anche oltre oceano affermandosi ad esempio alla mostra di
Filadelfia del 1876.
Del resto già alla fine della guerra di secessione si formarono negli Stati
Uniti dei sistemi organizzati di soccorso in ambito civile e cittadino: a
Cincinnati nel 1865 era attivo un servizio di ambulanze.
In Europa nacque nel 1882 la St. Andrews Ambulance Association che operava
nell'intera Scozia e nel 1887 un colosso come la St. John Ambulance Brigade,
derivato dall'antico ordine di S. Giovanni, divenne ben presto un cardine per
il soccorso extraospedaliero del Regno Unito e in tutti i paesi del
Commonwealth. Nel 1881 a Vienna prese fuoco il Ringtheater causando numerose
vittime e feriti soprattutto per la mancanza di soccorsi. A seguito di questo
fatto, e con la spinta decisiva del barone di Mundy, nacque l'Associazione dei
Volontari del Soccorso di Vienna. Nello stesso anno, in Germania, Esmark,
chirurgo di Kiel, fondò l'Associazione dei Samaritani. Nel 1889 H.L.
Bischoffsheim fondò a Londra l'Hospital Association Street Ambulance Service.
Da altrettante stazioni di polizia, 62 nuove lettighe a ruote con altrettanti
policemen di servizio provvedevano al soccorso per tutta la città. Queste
lettighe, progettate dallo stesso Bischoffsheim, avevano un design innovativo
e prevedevano la posizione semiseduta del trasportato. Italia: le Pubbliche Assistenze
Come nel resto d'Europa, anche in Italia, la seconda metà
dell'800 vide il fiorire di nuove associazioni di volontariato, laiche o
religiose, nate dalla volontà popolare di assicurarsi un soccorso garantito
in ambito soprattutto cittadino. Enti quali la Croce Bianca, la Croce Verde e
moltissime altre ancora crebbero sostenute dalla benevolenza della
cittadinanza e ben presto divennero, assieme alle gia' citate Misericordie,
un'insostituibile cardine del soccorso extraospedaliero italiano.
Erano nate le Pubbliche Assistenze.
La necessità di riunirsi, viste le comuni ispirazioni ed obiettivi fece sì
che al I° congresso nazionale, tenutosi a La Spezia nel 1892, parteciparono
ben 50 sodalizi.
Per quanto riguarda i carri ambulanza si impose una certa tendenza alla
costruzione di carri leggeri, atti al trasporto di un unico infortunato in
barella; talvolta lo spazio interno consentiva anche ad un soccorritore di
stare accanto al trasportato, anche se lo spirito era quello di correre il più
velocemente possibile verso l'ospedale in quanto le possibilità assistenziali
sul posto e durante il trasporto erano alquanto limitate.
In alcune città si adottarono allestimenti di barelle su biciclette o tandem
per dare vita alle ciclo-lettighe, diffuse allora e rimaste in uso fin dopo la
seconda guerra mondiale. Queste avevano strutture e progettazioni diverse che
consentivano un utilizzo diversificato a seconda delle zone. In alcune gradi
città, europee e non, si realizzarono allestimenti su tram con ovvi limiti di
circolazione ed intervento. Dalla prima alla seconda guerra mondiale
La fine della guerra contribuì all'unione delle forze
per far fronte alla ricostruzione, come in Inghilterra dove la British Red
Cross Society e la Saint John Ambulance formarono nel 1919 l'Home Ambulance
Service, primo esempio di soccorso civile diffuso a livello nazionale e
garantito dalla cooperazione di enti diversi.
Con la costruzione di grandi ospedali sorsero anche servizi di ambulanze che
si appoggiavano ad essi. Intorno agli anni '20 si iniziò a privilegiare
l'automobile rispetto agli autocarri, dotata di una sola barella centrale e
con molto spazio interno con maggiore luminosità. I nuovi autoveicoli
consentivano di avere tre attendenti a bordo dei mezzi e le grandi ambulanze,
sebbene arcaiche dal punto di vista motoristico, avevano all'interno una
barella principale spesso sovrapposta da un'altra ed il vano sanitario, chiuso
o finestrato, cominciava ad avere caratteristiche tutto sommato abbastanza
moderne. I parchi macchine dei vari enti vedevano accanto alle nuove ambulanze
i vecchi carri o addirittura le lettighe di qualche decennio prima. Lo scoppio
della Seconda Guerra Mondiale vide un rapido sviluppo degli automezzi, e di
conseguenza, delle ambulanze. Pur conservando la vecchia logica militare di
avere mezzi per il trasporto di più feriti, le parti in guerra diedero grossa
importanza al trattamento precoce degli stessi. La Croce Rossa stabilì
radicalmente la sua autorità nel campo del diritto internazionale con il
trattamento anche dei prigionieri di guerra e al termine del conflitto questo
ente si occupò anche del soccorso in ambito civile. Il dopoguerra
Le migliorie degli anni seguenti la guerra furono
soprattutto meccaniche, mentre le organizzazioni di soccorso disponevano di
ampi parchi macchine anche perché si riconvertirono spesso le ambulanze
militari utilizzate nel conflitto appena concluso. Si svilupparono i sistemi
di segnalazione: ad esempio negli Stati Uniti erano diffuse le sirene già da
un decennio mentre in quasi tutta Europa ed in Italia le ambulanze si
segnalavano con la croce che si accendeva sul tetto. Dal 1959, in Italia
iniziò a comparire per obbligo di legge il lampeggiante blu; le
ambulanze venivano costruite su telai di automobili, le dimensioni esterne
erano ridotte e lo spazio interno consentiva solo ad un attendente di sedere a
fianco del trasportato: la filosofia era sempre quella di correre verso
l'ospedale. L'esperienza americana
La svolta avvenne alla metà degli anni '60 negli Stati
Uniti.
Le ambulanze erano anche l esclusivamente dei mezzi che servivano a portare il
paziente in posizione orizzontale verso il più vicino ospedale accompagnato
dal personale più vario. I costruttori di ambulanze erano gli stessi dei
carri funebri nei quali venivano convertiti i mezzi una volta raggiunte troppe
miglia di utilizzo.
Nel 1966 il Consiglio Nazionale di Ricerca dell'Accademia Nazionale delle
Scienze statunitense pubblicò un'impressionante rapporto sulle morti
evitabili causate dalle carenze strutturali extraospedaliere e dei
dipartimenti d'urgenza. Il governo federale ne prese atto ed incaricò il
Dipartimento dei Trasporti di riordinare il soccorso territoriale. Già nel
1968 venne istituito il 911 quale numero unico per le chiamate
d'emergenza. I vigili del fuoco divennero parte integrante dei sistemi di
soccorso unendo così molto spesso le pecularietà tecniche a quelle
sanitarie. La normativa conosciuta come KKK (1974) riordinò tutte le
ambulanze degli USA, che vennero suddivise in 3 tipi, a seconda della
struttura di costruzione. La Star of Life fu utilizzata quale simbolo degli
EMS (Emergency Medical Service) e più tardi divenne simbolo internazionale
dell'emergenza. I mezzi diventarono negli anni sempre più dei centri mobili
di rianimazione mentre si iniziavano a praticare sul posto manovre di
stabilizzazione e terapia precoce. Nel 1981 Rick Kendrick, volontario
californiano, ideò il KED per l'estricazione di vittime incidentate. La situazione italiana
In Italia negli anni '60 i furgoni costituivano la base
per la maggioranza delle ambulanze, rifacendosi alla produzione di quegli
anni. Il Fiat 1100 T era forse il più diffuso, alternativa era la
produzione della Alfa Romeo con il noto "ROMEO" molto
utilizzato dall'esercito e dagli enti pubblici in genere.
Gli interni erano semplici e spartani; le ambulanze su telaio di automobile,
con poco spazio ma più veloci, erano più adatte a viaggi lunghi; la barella
era piuttosto pesante ed era necessario appoggiarla su un carrello all'arrivo
in ospedale. Dall'inizio degli anni '70 il Fiat 238 si rivelerà un'
ottima ambulanza per quasi un ventennio sapendosi adattare nel tempo a varie
soluzioni anche di spazio facendosi così imitare anche da altri furgoni. Le
alternative erano date dalla produzione della Volkswagen con il primo Trasporter
e ancora dall' Alfa con il noto F12. Per concludere
Da queste note storiche emerge chiaramente che
l'evoluzione del soccorso, in qualsiasi epoca, e' stata condizionata da tre
elementi:
nuove conoscenze in campo
medico;
sviluppo dell'
organizzazione;
innovazioni tecniche dei
mezzi.
Ognuno di questi ha prevalso
e condizionato gli altri a seconda del periodo ed e' solo amalgamandoli
assieme che si può ottenere, oggi come ieri, un sistema di soccorso ottimale.