(Firenze 1881 -
1956) Fratello della Misericordia di Firenze
Così
scriveva
<<Una
delle più resistenti immagini della mia vita di fanciullo
fiorentino è quella dei "fratelli" (della Misericordia)
incappati coi cappucci e le buffe di quegli "uomini neri" dei
quali non si vedevan che gli occhi, e che facevan pensare ad antichi
penitenti risuscitati, a famuli dell’inquisizione o a congiurati di
una setta pubblica e permessa e che invece giravano rapiti e taciturni,
per compiere quelle opere di misericordia che per noi erano soltanto
parole sul libretto della dottrina cristiana.
Giravano a piedi, con barelle e cataletti portati a spalla, entravano
nelle case
sempre in silenzio, e portavan via infermi, feriti, morti, quasi
creature di un altro mondo, profeti velati di un'antica fede, ministri
della Provvidenza in abito di funebri pellegrini. La sera poi, nelle
umide e gelide sere d'autunno e d'inverno, l'apparizione dei
"fratelli" era più fantastica con quelle lor torce a vento,
rosse e fumicanti, che ogni tanto struffavano in terra e lasciavano sul
lastrico bagnato un pò di quel fumo e noi ragazzi si guardavano e si
seguivano con molta stupefazione e un po’ di batticuore. La presenza
loro significava sciagura o morte ma, nello stesso tempo, sollecita
pietà e speranza di salvezza>>.
OCCHI E BOCCHE
Sulla terra si
riaprono ogni giorno quattro miliardi di occhi.
Ma sono poche
migliaia di anime che vi s’affacciano.
E son due miliardi
di bocche che parlano.
Ma soltanto da
qualche centinaio, forse, escono vere parole.
"Abbiamo
bisogno di te"
Papini Giovanni,
scrittore, poeta, narratore e critico.
Vigoroso temperamento, intellettuale e organizzatore culturale, ben presto si
appassionò alla lettura e alla scrittura, anche critica.
Fondatore delle riviste "Il Leonardo" (1903-1907,
con Giuseppe Prezzolini), "L'Anima" (1911 con G. Amendola), "Lacerba"
(1913 con Ardengo Soffici); collaboratore del "Regno", di "Hermes", "La
Voce", "Pegaso",
"La Rinascita", "Il
Frontespizio", Giovanni Papini fu uno dei principali animatori della
cultura italiana tra futurismo e fascismo.
|
|